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Maria Gaetana Agnesi (1718 - 1799)

Maria Gaetana Agnesi nacque a Milano, il 16 maggio 1718, figlia primogenita di Pietro Agnesi. Per quanto concerne la sua formazione, Agnesi ebbe occasione di studiare sotto la guida di insegnanti eccellenti che frequentavano la casa del padre, fra i quali figurano il teatino G. M. Reina, L. Voigt, insegnante di greco presso le Scuole Palatine di Milano, l'abate G. Tagliazucchi o ancora, l'abate N. Gemelli. Di un discorso di quest'ultimo intorno agli studi delle donne Maria Geaetana recitò, il 18 agosto 1727 e all'età di appena nove anni, nel salotto paterno, una traduzione da lei stessa condotta. In un'occasione analoga, nel 1738 si cimentò nel sostenere centonovantuno tesi di argomento filosofico e scientifico, che furono edite a Milano nello stesso anno, con il titolo Propositiones philosophicae quas crebris disputationibus domi habitis coram clariss. viris explicabat extempore et ab obiectis vindicabat M. C. de A. mediolanensis. In quest'opera emergono già gli interessi scientifici accanto all'acume intellettuale di Agnesi, che spazia su una varietà di argomenti: logica, ontologia, pneumatologia, meccanica dei gravi, dei fluidi, dei corpi elastici, dei corpi celesti, meteore, terre e mari, fossili, metalli, piante e animali (zoologia, botanica, geologia), con un approccio di carattere enciclopedico. Che gli interessi di Agnesi fossero più genuinamente rivolti allo studio della matematica, d'altro canto, è confermato dal fatto che già nel 1737, un anno prima cioè della pubblicazione delle "Propositiones", ella avesse intrapreso lo studio del Traité analitique des sections coniques del Marchese de l'Hôpital (1661-1704), opera intorno alla quale scrisse un ampio commento, mai pubblicato, conservato in uno dei venticinque volumi di inediti conservati presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano. E', tuttavia, solo nel 1740, grazie all'incontro con il padre olivetano Ramiro Rampinelli, che Agnesi comincia ad allargare gli orizzonti dei propri studi in matematica, applicandosi all'approfondimento dell'algebra. I testi più significativi, sotto questo profilo, con cui Agnesi viene a contatto, attraverso la mediazione del padre Rampinelli, sono l'Analyse demontrée (pubblicata in due volumi a Parigi nel 1708 e quindi a Venezia, trent'anni più tardi, nel 1738) di C. Reyneau, i lavori di G. Grandi nonché una serie di studi di analisi prodotti negli anni più recenti. Nell'arco di poco più di sette anni, le cui tappe sono testimoniate da un carteggio (sono significativi soprattutto gli scambi con Vincenzo Riccati) che contribuì a divulgare i risultati ottenuti lungo il percorso, Agnesi giunge al punto di ricevere l'offerta, nel 1748, di aggregarsi all'Accademia delle Scienze di Bologna, ancor prima della pubblicazione del suo lavoro. Nello stesso anno infatti, escono, per i tipi del Richini, le Instituzioni analitiche ad uso della gioventù italiana, con dedica all'imperatrice Maria Teresa d'Austria. Il testo viene stampato nella casa milanese, sotto la personale supervisione di Agnesi.

Il successo dell'opera fu ampio al punto che ad Agnesi fu offerta la cattedra di matematica all'Università di Bologna da papa Benedetto XIV, che da lei aveva ricevuto in dono una copia dell'opera. Il 16 settembre 1750 il senato accademico dell'Università decretò la nomina, ma Agnesi non assunse mai l'incarico, preferendo continuare a condurre un'esistenza improntata a religiosità e devozione. Le opere di beneficenza furono in effetti l'altro elemento caratterizzante, accanto agli studi matematici, della vita di Agnesi, che alla morte del padre, sopravvenuta il 19 marzo del 1752, trasformò la sua dimora di via Pantano a Milano in ospizio. Una serie di contestazioni e di cause ereditarie intentatele dai fratelli la obbligarono ad abbandonare la casa, e fu costretta a vendere uno scrigno incastonato di gemme e un anello ricevuti in dono da Maria Teresa d'Austria quale ringraziamento per l'omaggio delle Instituzioni. Con i proventi della vendita dei due preziosi, Agnesi riuscì ad aprire un nuovo ospizio dedicato alla cura dei minorati psichici. Ancora, nel 1771, in seguito all'apertura del Luogo Pio Trivulzio, a Milano, l'arcivescovo G. Pozzobonelli la invitò a ricoprire l'incarico di visitatrice e direttrice delle donne dell'istituto, dove Agnesi spese gli ultimi anni della sua vita, dedicandosi, tra l'altro, alla composizione di un'opera di edificazione religiosa dal titolo Il Cielo mistico, cioé contemplazione delle virtù, dei misteri e delle eccellenze del Nostro Signore Gesù Cristo, pubblicato da Anzoletti in appendice al suo studio.

Maria Gaetana Agnesi si spense a Milano il 9 gennaio 1799.

La fama e la fortuna di cui godette tra i suoi contemporanei dovettero essere ragguardevoli se si tiene conto delle testimonianze, anche di natura letteraria, che la riguardano. De Brosses la considerava un fenomeno vivente e la accostava, non senza ironia, a Pico della Mirandola per la sua straordinaria conoscenza delle lingue e la sua versatilità in certa misura enciclopedica (cf. Lettres familières écrites d'Italie en 1739 et 1740 par Ch. de Brosses, a cura di R. Colomb, Paris, I, 1904, p. 94). Una lettera di Goldoni ad ignoto, del 25 giugno 1753, testimonia che i due dovevano aver avuto occasione conoscersi prima di quella data, dal momento che Agnesi gli aveva donato una copia delle Instituzioni (cf. Lettere di Carlo Goldoni, a cura di E. Masi, Bologna, 1880, p. 108). Oltre a ciò, un significativo riconoscimento letterario da parte di Goldoni le viene tributato anche nella II scena del I atto della commedia intitolata Il Medico olandese, che, messa in scena per la prima volta a Milano nel 1756, rimarca la fortuna delle Instituzioni in Olanda, dove l'opera di Agnesi era letta e apprezzata.

(Riccardo Strobino)

Riferimenti bibliografici:

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  • L. Anzoletti, Maria Gaetana Agnesi, Milano, 1900
  • C. de Brosses, Lettres historique et critiques sur l'Italie, Paris, 1799
  • A. F. Frisi, Elogio Storico di Maria Gaetane Agnesi Milanese, Milan, 1799
  • U. Klens, Mathematikerinnen im 18. Jahrhundert: Maria Gaetana Agnesi, Gabrielle-Emilie du Châtelet, Sophie Germain, Pfaffenweiler, 1994
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