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Giuseppe Peano (1858 - 1932)

Spinetta di Cuneo, 27 agosto 1858 - Torino, 20 aprile 1932.

Si laureò all'università di Torino nel 1880, restandovi, fin da subito, come assistente di Genocchi. Insegnò in seguito all'Accademia Militare e nel 1890 successe a Genocchi all'Università, dove tenne la cattedra di calcolo infinitesimale fino al 1925 e poi, da quell’anno fino alla morte, l’insegnamento di matematiche complementari. Peano è stato indubbiamente uno dei più grandi matematici italiani attivi a cavallo tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo e il suo nome resta legato, assieme a quelli di Cauchy, Weierstrass e Dini alla sistemazione rigorosa dell'analisi. I postulati aritmetici, la curva che porta il suo nome (curva continua che riempie un quadrato), il teorema di esistenza per le equazioni differenziali ordinarie, restano pietre miliari nella storia della matematica. Tuttavia la sua opera non fu sempre accettata con generale consenso, “ciò che forse si spiega tenendo conto che Peano fu un precursore di certi moderni sviluppi della matematica («bourbakismo») che, anche pel loro spirito spesso aggressivo e iconoclastico, incontrano tuttora vivaci resistenze. In Peano però non c'è traccia di certo moderno malcostume di rendere le cose artificialmente difficili e complicate, anzi uno dei suoi lineamenti migliori fu lo spirito semplificatore, che si rivelò soprattutto nella geniale semplicità di certi suoi classici esempi mostranti la non generale validità di alcuni fondamentali teoremi del Calcolo” (Tricomi).

Di particolare rilevanza fu anche il suo ruolo nell’ambito della storia logica e più in generale dell’indagine sui fondamenti della matematica (in larga misura dovuto all’influenza su Russell e alla risonanza che quest’ultimo contribuì sensibilmente a dare alla sua figura). Fra le pubblicazioni di Peano occupa un posto preminente il Formulario Mathematico (varie edizioni dal 1895 al 1908). Nel 1884 pubblicò a Torino insieme a Genocchi un volume dal titolo Calcolo differenziale e principi di calcolo integrale che, pur essendo basato sulle lezioni che Genocchi teneva a Torino, fu edito e in gran parte scritto dallo stesso Peano. Del 1887 è il testo Applicazioni geometriche del calcolo infinitesimale, seguito solo un anno più tardi, nel1888, dal Calcolo Geometrico secondo l'Ausdehnungslehre di H. Grassmann, preceduto dalle operazioni della logica deduttiva. Dall'inizio del Novecento, Peano si estraniò sempre di più dalla matematica attiva, finendo con l'interessarsi quasi esclusivamente delle lingue internazionali ausiliarie (latino sine flexione). Correlativamente, il suo insegnamento universitario andò gradualmente perdendo di efficacia perché, come ebbe a dire il suo allievo Beppo Levi (1875-1961), "l'apostolo limitò l'opera del matematico e ne impedì talvolta la completa estimazione". Fu socio dell'Accademia dei Lincei e dell'Accademia delle Scienze di Torino. Dal 1953, il Liceo scientifico di Cuneo è a lui intitolato e una via di Torino porta il suo nome. Le sue opere furono pubblicate a cura dell'Unione Matematica Italiana in tre volumi usciti a Roma tra il 1957 e il 1959.

Riferimenti bibliografici:

  • B. Levi, Necrologio di Giuseppe Peano, Bollettino Union. Mat. Ital., 11, (1932), pp. 253-262
  • U. Cassina, "Necrologio di Giuseppe Peano", Rend. Semin. Milano, 7, (1933), pp. 323-389
  • D. A. Gillies, "Frege, Dedekind, and Peano on the foundations of arithmetic", Assen, 1982
  • H. C. Kennedy, Giuseppe Peano, Basel, 1974
  • H. C. Kennedy, Peano: Life and Works of Giuseppe Peano, Dordrecht, 1980