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Angelo Genocchi (1817 - 1889)

Piacenza, 5 marzo 1817 - Torino, 7 marzo 1889.

Cominciò come giurista, laureandosi nel 1838 presso la Facoltà di Giurisprudenza che, dopo i moti del 1831, era stata spostata da Parma a Piacenza. Dopo aver brevemente esercitato l'avvocatura, nel 1846 divenne titolare di diritto romano nella stessa Facoltà. Dopo la reazione seguita ai moti del 1848, emigrò a Torino e si mise a studiare privatamente matematica, frequentando le lezioni di G. Plana e di F. Chiò. Nel 1858, spinto da Chiò, partecipò al concorso per algebra e geometria complementare all'Università di Torino e nel 1859 divenne titolare di questa cattedra. Dopo qualche cambiamento intermedio, dal 1863 in poi, insegnò calcolo fino alla morte, facendosi sostituire, negli ultimi anni, da G. Peano (che poi gli successe).

I suoi lavori più notevoli, che hanno spesso carattere critico, riguardano la teoria dei numeri, quella delle serie, gli integrali euleriani ecc., ma oggi è soprattutto ricordato per il "Genocchi-Peano", ovvero il trattato che rispecchia il suo corso universitario, completato però dalle aggiunte dell'allora suo assistente Peano, che ne formano la parte più notevole. Tuttavia, Genocchi – che di molte di queste aggiunte prese conoscenza solo a pubblicazione avvenuta – in un primo tempo non le gradì e non nascose il suo disappunto.

Fu socio dell'Accademia delle Scienze di Torino, che presiedé dal 1885 alla morte, e di varie altre. Poco prima di morire era stato fatto senatore del Regno. Un suo busto si trova nell'atrio dell'Accademia di Torino, mentre una lapide con medaglione figura nei loggiati dell'Università.

Necrologio: Memorie Accad. Sci. Torino, 39, (1889), pp. 463-495 (F. Siacci); Atti Accad. Sci. Torino, 27, (1892), 1090-1106 (E. D Ovidio); Ann. Univ. Torino per il 1889-90, pp. 195-202 (G. Peano) .