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Luigi Bianchi (1856 - 1928)

Luigi Bianchi nacque a Parma il 18 gennaio 1856 e morì a Pisa il 6 giugno 1928.

Figlio di un giurista, entrò nel 1873 alla Scuola Normale Superiore di Pisa e si laureò in matematica quattro anni più tardi, il 30 novembre 1877. Ebbe come maestri, tra gli altri, Enrico Betti e Ulisse Dini. Nel biennio successivo si perfezionò negli studi matematici a Pisa e in Germania (Monaco e Göttingen, con Felix Klein), tra il 1880 e il 1881. Avendo ottenuto già nel 1879 l’abilitazione all’insegnamento, a partire dal 1881 intraprese l’attività di docenza presso la Scuola Normale Superiore, cui seguì, a partire dal 1886, anche l’incarico presso l’Università di Pisa. Tra i riconoscimenti ricevuti e i ruoli ricoperti da Bianchi nel corso della sua vita si annoverano la nomina di cavaliere dell’Ordine Civile di Savoia, la carica di senatore del Regno, l’appartenenza al Consiglio superiore della Pubblica Istruzione e l’elezione ad accademico dei Lincei. Nell’ambito della sua variegata attività scientifica si distinguono principalmente tre aree: l’analisi pura, la teoria dei numeri e la geometria differenziale. Quest’ultima disciplina, in particolare, è quella su cui si concentrò la produzione scientifica più cospicua e rilevante del Bianchi; egli vi si dedicò dalla tesi di laurea fino alla pubblicazione, postuma, di una importante Memoria (1928). Gli interessi di Bianchi in geometria differenziale furono ampi e a lui si deve l’intuizione di alcuni collegamenti, spesso non ovvi, tra problemi prima considerati indipendenti all’interno della disciplina. Scoprì ad esempio le trasformazioni delle superficie applicabili sulle quadriche dimostrando l’applicabilità di due superficie tramite l’affinità di Ivory (risultato grazie al quale ottenne un premio dall’Accademia di Francia). Il suo primo contributo originale fu legato all’intuizione della trasformazione complementare che consente di passare da una superficie a curvatura negativa costante ad altre superfici con identica curvatura, risultato questo che fu apprezzato, tra i primi, da Lie. Tra i suoi numerosi lavori si ricordano in special modo la tesi di laurea del 1877, Sulle superfici applicabili, pubblicata l’anno seguente sugli Annali della R. Scuola Normale Superiore di Pisa; le Lezioni di geometria differenziale, Pisa 1887; Lezioni sulla teoria delle funzioni di variablie complessa e delle funzioni ellittiche, Pisa 1898-1899; Lezioni sulla teoria dei numeri algebrici e principi di aritmetica analitica, Pisa 1921. Le sue opere sono state pubblicate, in dodici tomi, a cura dell’Unione Matematica Italiana tra il 1952 e il 1958. A Bianchi, che fu senza dubbio uno dei maggiori matematici dell’Italia post-unitaria (tra i suoi allievi si ricordano G. Fubini e W. Blaschke), è oggi intitolata un’aula presso il Palazzo della Carovana, sede storica della Scuola Normale Superiore di Pisa.

Riferimenti bibliografici:

  • Dizionario biografico degli italiani, Roma, 1968, vol. 10, s.v. ‘Bianchi, Luigi’, pp. 142-145
  • G. Fubini, "Commemorazione di Luigi Bianchi", in Rendiconti della R. Accademia nazionale dei Lincei - Cl. di scienze fisiche- , Appendice, s. 6, X (1929), pp. 34-44
  • A. Carugo – F. Mondella, "Lo sviluppo delle scienze e delle tecniche in Italia", in Nuove questioni del Risorgimento e dell’unità d’Italia, II, Milano, 1961, pp. 444-445