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Emilio Artom (1888 - 1952)

Torino, 9 novembre 1888 - ivi, 11 dicembre 1952.

Appartenente ad una famiglia ebrea di modeste condizioni ma ricca di cultura, a soli 23 anni (nel 1911) vinse il concorso a cattedra nelle scuole e fu nominato professore all'Istituto magistrale di Aosta, per poi passare, nel 1920, all'Istituto tecnico di Torino; dopo la "Riforma Gentile" insegnò presso il Liceo scientifico "Galileo Ferraris" della stessa città. Non si dedicò con continuità alla ricerca: a più riprese egli abbandonò quelle che amava chiamare le sue "velleità scientifiche". Subito dopo la laurea, che conseguì discutendo una tesi assegnatagli da Corrado Segre, fu per due anni assistente di Enriques a Bologna; tuttavia nel 1911 rinunciò alla carriera accademica convinto che, avendo poco prodotto scientificamente, gli sarebbe convenuto dedicarsi all'insegnamento. All'indomani della prima guerra, dopo un fallito tentativo di trasferimento a Roma per assumervi l'incarico di segretario dell'Enciclopedia per le matematiche elementari, invitato ancora da Enriques, riprese quelle pubblicazioni scientifiche (come, ad esempio, quelle sul ripiegamento della carta "come mezzo per la risoluzione dei problemi", e alcuni lavori storici) che gli procurarono (1930) il premio Mathesis per una storia delle coniche nelle matematiche elementari. Sembrava finalmente deciso ad un impegno più continuo in questa direzione, ma l'impossibilità (per motivi politici, non avendo mai voluto iscriversi al P.N.F.) di ottenere la libera docenza frustrò ne definitivamente le "velleità", indirizzandolo verso i più amati studi linguistici, "quasi lieto", come scrisse nella sua autobiografia, di liberarsi "da un tormento che mi avrebbe angustiato ancora a lungo, senza che vi fosse speranza fondata di liberarmene in modo più brillante, raggiungendo una meta che invece era troppo alta per me".

Nel 1914 sposò Amalia Artom (anch'essa laureata in matematica) da cui ebbe due figli: Emanuele (1915-1944), eroe partigiano, ed Ennio (1920-1940), perito tragicamente durante una gita in montagna. Le vicende tragiche della famiglia e della comunità ebraica italiana lo allontanarono del tutto dallo matematica. Artom lasciò una cinquantina di lavori e numerosi manuali scolastici.

Necr.: in Benvenuta Treves (a cura di), Tre vite dall'ultimo '800 alla metà del '900. Studi e memorie di Emilio, Emanuele, Ennio Artom, Firenze, Israel, 1954.