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Francesco Maria Zanotti (1692 - 1777)

Francesco Maria Zanotti è nato a Bologna il 6 gennaio 1692, da Giovanni Andrea Cavazzoni Zanotti, che aveva vissuto a lungo a Parigi come attore comico del Teatro della Commedia Italiana e dalla francese Maria Margherita Enguerant, ultimo di 18 figli. Rimasto presto orfano del padre, compì i primi studi letterari alle scuole gesuitiche bolognesi, quindi all’età di 13 anni iniziò lo studio della filosofia dapprima presso il Padre Abate Carlo Lodi della Congregazione di San Salvatore, poi presso il Dottor Alessandro Garofali, lettore all’Archiginnasio di Bologna. Contemporaneamente però continuò a coltivare anche gli studi letterari, soprattutto quello della lingua latina e delle opere dei suoi maggiori poeti, quali Virgilio, Orazio ed Ovidio. Grazie a Ferdinando Antonio Ghedini si avvicinò alla poesia in volgare e cominciò a darne pregevoli saggi, Questo lo porterà a far parte della Colonia Renia col nome di Orito Piliaco. Cominciò anche a frequentare la casa dei Manfredi ed ad avvicinarsi allo spirito dell’Accademia degl’Inquieti.

L’istituzione della lettura nell’anno 1708-1709 Ad Algebram sive Analysim tam communem quam infinitorum, assegnata ad uno dei primi cultori di calcolo in Italia: Vittorio Francesco Stancari, gli diede l’opportunità di avvicinarsi allo studio della matematica. Nonostante una spiccata predisposizione ed un forte entusiasmo per questa materia l’improvvisa morte di Stancari, lo distolsero per qualche tempo dagli studi matematici, che riprese più tardi con Eustachio Manfredi, con Geminiano Rondelli, ma soprattutto a partire dal 1715-1716 con Gabriele Manfredi, che lo fece impadronire del nuovo calcolo leibniziano.

Ottenuta la laurea in filosofia il 29 ottobre 1716, il 27 ottobre 1717 sostenne pubbliche conclusioni sulla filosofia di Cartesio, cosa che gli permise di ottenere il 9 dicembre 1718 la lettura di Logica. Trovò un ricco mecenate nel marchese Ludovico Ratta, nella cui casa abitò fino al 1760 ed il cui salotto era frequentato dalle persone più colte di Bologna.

Per quanto riguarda la carriera universitaria nell’anno 1735-36 passò ad Philosophiam extraordinariam, nell’anno 1737-38 passò ad ad Physicam, nell’anno 1738-39 ad Philosophiam moralem, mentre dall’8 marzo 1743 fu ascritto come uomo famoso al Collegio filosofico. Grazie alla benevolenza papale e alle numerose responsabilità che aveva presso l’Istituto delle Scienze dall’anno 1749-50 compare nei Rotuli dell’Archiginnasio di Bologna non più come lettore effettivo, ma come lector emeritus. Libero dagli impegni di professore nel 1750 soggiornò a lungo a Roma in occasione del giubileo e tenere l’orazione ufficiale in Campidoglio per la solenne manifestazione promossa dall’Accademia di San Luca.

Il primo agosto 1721 Zanotti divenne bibliotecario dell’Istituto; nel 1723, sotto la presidenza di Matteo Bazzani, ne divenne segretario; carica che mantenne fino a quando l’11 marzo 1766 divenne presidente ed ebbe come collaboratore Sebastiano Canterzani, che prese il suo posto di segretario.

Dal 1731 fu impegnato nella pubblicazione degli Atti dell’Accademia di Bologna, in cui venivano pubblicate alcune delle dissertazioni presentate nelle sedute dagli Accademici. Alcune di esse erano precedute da commenti che ne tratteggiavano il contenuto: quelli riguardanti la fisica, la matematica, la filosofia, l’astronomia sono in generale dovute a Zanotti.

Attraverso l’attività di professore dell’Archiginnasio e di accademico fu in grado di diffondere le idee cartesiane e newtoniane, infatti, come dice G. Fantuzzi (seguendo probabilmente indicazioni date dallo stesso Zanotti e che ritroviamo nel ms. 4176\fasc. 17 di BUB): “Non volendo egli poi fermarsi a’ quei termini, ove vedeva, che si fermavano gli altri; non dubitò di essere il primo a introdurre nelle Scuole di filosofia la spiegazione de’ vortici di Des Cartes, e quella della luce, e dei colori; cose che a quel tempo erano in Bologna affatto nuove. Essendosi poi dopo alquanti anni divulgato in Bologna il grido di Newton a questo autor si rivolse, e formato avendo altissima stima di quel gran filosofo, cominciò egli il primo a spiegar nelle scuole l’attrazione de’ corpi celesti, la diversa refrangibilità de’ raggi, e la costanza dei colori”. Incoraggiò anche un suo allievo, il conte veneziano Francesco Algarotti, a ripetere gli esperimenti newtoniani sulla luce: i primi a mostrare in Italia la validità del sistema newtoniano intorno ai colori.

Le sue pubblicazioni riguardano la letteratura, la filosofia, l’estetica, la matematica. Per quanto riguarda la matematica si notano: tre dissertazioni riguardanti la teoria degli elastici, pubblicati sulla III parte del II tomo degli atti dell’Accademia di Bologna, in cui critica anche alcune idee di Johann Bernoulli e di Camus; una dissertazione intitolata De separandis indeterminatis, apparsa sul t. III, 1755, p. 261-279 dove in pratica viene data un’estensione di un risultato precedentemente trovato dal suo maestro Gabriele Manfredi; un libro dedicato alle forze vive intitolato Della forza de’ corpi che chiamano viva libri tre ec. ne’ quali ha procurato l’autore quanto ha potuto di promovere la quistione col solo discorso metafisico, senza assumere dalla geometria, né dalla meccanica altro, che le proposizioni più note, e più comuni (1752) in cui difese le opinioni di Descartes, in contrapposizione a quanto aveva fatto Vincenzo Riccati in una pubblicazione del 1749, in cui aveva sostenuto l’opinione di Leibniz; un breve testo in lingua latina sulle forze centrali (De viribus centralibus, 1762) dedicato alla meccanica celeste. Degli interessi e della capacità matematica di Zanotti si hanno testimonianze anche nei manoscritti del suo allievo e collaboratore Canterzani (soprattutto nel ms. 4177\bis di BUB).

Morì il 25 dicembre 1777. Fu sepolto nella Chiesa priorale di S. Maria Maddalena.

(Sandra Giuntini)

Bilbiografia

  • Bosdari Filippo, Francesco Maria Zanotti nella vita bolognese del settecento, «Atti e Memorie della R. Deputazione di Storia Patria per le province di Romagna», s. IV, 18 (1928), p. 157-222.
  • Fantuzzi Giovanni, Notizie della vita e degli scritti di Francesco Maria Zanotti, Bologna, nella Stamperia di San Tommaso d’Aquino, 1778.
  • Maragi Mario, Francesco Maria Zanotti e il mondo culturale bolognese del Settecento, «Strenna storica bolognese», 29 (1979), p. 193-218.
  • Monti Antonio, Orazione ... in occasione de’ solenni funerali del chiarissimo uomo Francesco Maria Zanotti, Bologna, dalla Stamp. di San Tommaso d’Aquino, 1779.
  • Olivieri Neida-Giusti Patrizia, Origini e sviluppo dell’Accademia delle scienze di Bologna dalla nascita a tutto il Segretariato Zanotti, «Atti dell’Accademia delle Scienze dell’Istituto di Bologna», Cl. di scienze fisiche, «Memorie», s. V, 1984.
  • Piani Domenico, Sopra gli artifizi analitici di G. Manfredi e F.M. Zanotti, «Memorie dell’Accademia delle Scienze dell’Istituto di Bologna», s. II, IV, 1853, p. 329-341.
  • Provenzal Dino, I Riformatori della bella letteratura italiana: Eustachio Manfredi, Giampietro Zanotti, Fernand’Antonio Ghedini, Francesco Maria Zanotti, Rocca S. Casciano, L. Cappelli Editore, 1900.