Bernardino Zendrini nacque a Valle di Saviore in Val Caminica, provincia di Brescia, il 7 aprile 1679. Giovinetto si trasferì a Venezia dove frequentò il Collegio dei gesuiti. Si iscrisse poi all’Universotà di Padova dove conseguì nel 1701 la laurea in filosofia e medicina. Dedicatosi alla professione medica si interessò anche di matematica e delle sue applicazioni nell’ambito di quel circolo di studiosi che si formò tra Padova e Venezia all’inizio del secolo intorno a Domenico Guglielmini, Jacob Hermann e al Giornale de’ Letterati d’Italia. Il loro scopo era di apprendere i metodi della geometria cartesiana e del calcolo differenziale di Leibniz, che aveva lungamente soggiornato in Italia nel 1789-90. Ben presto Zendrini si affermò come esperto di problemi idraulici e intervenne nel 1717 per difendere la posizione dei Ferraresi contro l’immissione del Reno in Po voluta dai Bolognesi. Nel 1731 fu autore con Eustachio Manfredi del progetto di deviazione del Ronco e del Montone a Ravenna, che portò alla formazione dell’attuale Porto Canale. La sua attenzione maggiore, come perito idraulico, fu dedicata alla laguna di Venezia. Per questa compose nel 1736 un’opera ancora di riferimento le Memorie storiche sulla stato antico e moderno della Laguna di Venezia, stampata postuma nel 1811. Zendrini fu l’ideatore della difesa a mare della laguna mediante i murazzi, muri protettividella laguna dal mare aperto, innalzati tra il Lido, Pellestrina e Sottomarina, che anticipano l’odierno progetto del “Mose”. Dal punto di vista teorico l’opera di maggiore impegno dello Zendrini è Leggi e fenomeni, regolazioni ed usi delle acque correnti (Venezia, Pasquali, 1747). Essa è divisa in quattordici capitoli. Inizia con lo studio della natura dei fiumi e delle leggi generali del moto delle acque. Si passa poi agli esperimenti sulla fuoriuscita dei liquidi dai vasi e alla misura della velocità delle acque correnti, all’unione e divisione delle acque, agli ostacoli nei corsi dei fiumi, alle resistenze negli alvei, alle opere a difesa delle inondazioni, allo studio della corrosione degli argini, per finire con l’utilizzo dell’energia idraulica. L’opera è la prima del genere nella quale in Italia si fa uso del calcolo differenziale e integrale, oltre che dell’algebra e della geometria. Zendrini dopo aver viaggiato molto in Italia e all’estero (Vienna) come consulente, si era stabilito a Venezia, dove diresse dal 1744 la costruzione dei murazzi. A Venezia morì nel 1747 e fu sepolto nella Chiesa dell’Assunta ai Gesuiti.
(Luigi Pepe)
Riferimenti bibliografici: