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Ruggero Giuseppe Boscovich (1711 - 1787)

Ruggero Giuseppe Boscovich nacque a Ragusa di Dalmazia (oggi Dubrovnik, Croazia) il 18 maggio 1711 e morì a Milano il 13 febbraio 1787.

Entrò in giovane età nella Compagnia di Gesù, compiendo gli studi prima presso il Collegium Ragusinum e in seguito presso il Collegio Romano, dove, dal 1740 fino al 1759, coprì la cattedra di matematica. Agli anni romani risale un'intensa attività di consulenza tecnica: Boscovich si occupò di problemi di statica, lasciando una memoria (insieme a François Jacquier e Christoper Maire) sulla stabilità della Cupola di San Pietro; lavorò alla bonifica delle paludi pontine e, infine, alle misurazioni geodetiche (in particolare del meridiano tra Roma e Rimini). La relazione su quest’ultima indagine figura nella pubblicazione (insieme a Thomas Le Seur), avvenuta nel 1755, di uno scritto dal titolo De literaria expeditione per pontificiam dictionem ad dimetiendos duos meridiani gradus et corrigendam mappam geographicam.

A causa di ostilità maturate all’interno dell’istituzione, trascorse un periodo all’estero, recandosi nel 1758 a Vienna, nel 1759 a Parigi, nel 1760 a Londra (nominato membro della Royal Society), e finalmente, nel 1761 a Costantinopoli e Pietroburgo. Nella capitale dell’Impero Ottomano ebbe occasione di osservare un fenomeno astronomico caduto in quell’anno: il passaggio di Venere dinanzi al Sole. Dal 1764 al 1768 ebbe un prestigioso incarico di insegnamento all’Università di Pavia, per poi passare a Milano alle Scuole Palatine. In quel periodo si dedicò anche alla progettazione della specola di Brera, di cui divenne direttore. Nel 1773 la Compagnia di Gesù fu soppressa e Boscovich, dopo un intervallo a Venezia, si trasferì per quasi un decennio in Francia, occupandosi di ottica al servizio della Marina francese. Tornò in Italia nel 1782 stabilendosi a Bassano del Grappa. Qui si dedicò con intenso studio alla pubblicazione dell'edizione completa delle sue opere, che uscì in cinque volumi, tra il 1784 e il 1785, con il titolo Opera pertinentia ad opticam et astronomiam.

L’opera più sistematica di Boscovich è la Philosophiae naturalis theoria, un trattato di fisica pubblicato a Vienna nel 1758, in cui l’autore compie una sintesi tra il dinamismo di impronta leibniziana e le teorie di Newton. La teoria della struttura della materia ivi esposta conobbe una notevole fortuna, combinando l’idea di un insieme di punti discreti inestesi e indivisibili con la gravitazione newtoniana per l’azione a grande distanza e principi di attrazione e repulsione su distanze più ridotte, al fine di fornire una spiegazione generale delle proprietà meccaniche della materia. Nel campo della matematica, contributi originali di Boscovich furono l’individuazione di un metodo grafico per la risoluzione dei triangoli sferici e la scoperta di alcune formule differenziali di geometria sferica. Contribuì inoltre significativamente anche nel campo dell’ottica, con miglioramenti tecnici che vanno dalla rilevazione della distorsione sferica all’eliminazione dell’aberrazione cromatica delle lenti; nel campo dell’astronomia, introducendo un metodo per la determinazione delle orbite delle comete, applicato in particolare al caso dell’orbita di Urano.

Riferimenti bibliografici:

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