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François Jacquier (1711 - 1788)

Vitry-le-François, 7 giugno 1711 - Roma, 3 luglio 1788.

Figlio di un macellaio e fratello più piccolo di un altro minore della casa di Laon, entrò nell’ordine presso il convento di Vitry nel 1727. Dopo aver preso i voti si trasferì in Italia per terminare gli studi, a Roma, nel convento di Trinità dei Monti. Manifestò una precoce inclinazione per le lingue, imparando l’ebraico, il greco e il latino, e una altrettanto marcata propensione per la matematica. Intorno al 1732 il cardinale Alberoni lo incaricò di esaminare lo stato dei lavori idraulici iniziati da Manfredi per prevenire le inondazioni in Romagna, mentre l’anno successivo fu nominato docente di Sacre Scritture presso il collegio di Propaganda de Fide. Nel 1739 uscirono a Ginevra Les principes mathématiques de la philosophie naturelle e contestualmente Jacquier diede avvio, in collaborazione con il padre Thomas Le Seur, alla pubblicazione dei Philosophiae naturalis principia mathematica di Isaac Newton, che videro la luce nei tre anni successivi, distribuiti su quattro volumi. Nel 1744 Jacquier tornò in Francia e, durante il soggiorno, incontrò a Cirey Voltaire che aveva a sua volta pubblicato, nel 1738, gli Éléments de la philosophie de Newton. Nel 1745 fece ritorno a Roma dove divenne professore di matematica e astronomia al collegio della Sapienza. A tale incarico seguì, a breve distanza, la chiamata del Re di Sardegna a Torino come docente di fisica presso l’Università. Non passò un anno e Jacquier fu nuovamente richiamato a Roma da papa Benedetto XIV che gli affidò la cattedra di fisica sperimentale al Collegio Romano, nel novembre 1746. Durante la sua intera carriera, Jacquier fu interpellato a più riprese in merito a questioni di ingegneria civile e di urbanistica: del 1743, ad esempio, è il famoso esame – cui parteciparono anche Ruggero Giuseppe Boscovich e Thomas Le Seur – intorno alla stabilità della cupola di San Pietro, i cui risultati furono pubblicati a Venezia nel 1743 con il titolo Parere di tre matematici sopra i danni che si sono trovati nella cupola di San Pietro. Ancora nel 1763 si occupò della regolazione delle acque nell’aree di Bologna, Ferrara e della Romagna. Divenne poi, nel 1764, tutore dell’educazione scientifica (a Condillac spettava quella letteraria) del figlio del duca di Parma Ferdinando. A seguito della soppressione dell’ordine dei Gesuiti nel 1773, Jacquier fu richiamato ancora una volta a Roma, per assumere l’incarico di professore di matematica presso il Collegio Romano, dove rimase fino all’anno della sua morte, nel 1788, essendosi guadagnato nel corso della vita il riconoscimento delle maggiori accademie europee (Parigi, Pietroburgo, Berlino, Londra) e avendo coltivato relazioni con i maggiori intellettuali della sua epoca, tra cui d’Alembert, Condorcet e Maupertuis.

Riferimenti bibliografici:

  • T. De Morembert, Dictionnaire de biographie française, Paris, 1994, vol. 18., s. v. ‘Jacquier, François’ p. 338