Eutocio, commentatore di Archimede, menziona una Vita di Archimede di Eraclide; tuttavia l'opera è andata perduta. Si possiedono, dunque, poche notizie certe sulla vita del grande siracusano. Sembra ci sia concordanza sul fatto che egli fosse siracusano, e che sia stato ucciso nel 212 a.C. durante la conquista di Siracusa. Per quanto riguarda la data di nascita, in base a quanto riferisce il filologo bizantino Giovanni Tzetzes (ca. 1110 – ca. 1180) è verosimile collocarla attorno al 287 a.C. Il filologo tedesco Friedrich Blass (1843 – 1907) sostiene invece l’ipotesi che egli fosse figlio di un astronomo siracusano di nome Fidia. Da Diodoro Siculo sappiamo che Archimede fu, per un certo periodo, in Egitto, e che ad Alessandria (d'Egitto) ebbe contatti con il matematico e astronomo Conone di Samo. Anche dopo aver fatto ritorno a Siracusa Archimede ebbe rapporti con la comunità scientifica di Alessandria, in particolare con Dositeo ed Eratostene (vedi dedica all’opera Metodo). Plutarco sostiene, a sua volta, che egli fosse imparentato al tiranno siracusano Gerone II (ca. 308 a.C. – ca. 216 a.C.), che governò la città dal 270 al 216 a.C. Polibio, Tito Livio e Plutarco riferiscono che durante la seconda guerra punica Gerone II chiese ad Archimede di progettare e realizzare macchine da guerra da impiegare per la difesa della città dall’attacco dei romani.
Egli è senz’altro uno dei giganti della scienza greca; si interessò di aritmetica, geometria, meccanica, ottica, idrostatica, astronomia, e anche di numerose applicazioni tecnologiche. Le sue opere furono studiate e commentate dagli scienziati fino al XVI secolo.
(Paolo Freguglia)
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