Paolo Antonio Foscarini nacque a Montalto Uffugo (Cosenza) nel 1565 circa e ivi morì il 10 giugno 1616. Pare che originariamente il suo cognome fosse Scarini o Scaridini e che egli stesso lo cambiasse in Foscarini per essere assimilato alla influente famiglia patrizia veneziana. Scarse le notizie sulla sua giovinezza e formazione: dovette intraprendere presto la carriera ecclesiastica e di certo si sa che studiò a Napoli presso il convento maggiore dell’ordine dei Carmelitani, di cui era entrato a far parte, e che presso quella istituzione fu professore di teologia nel 1610. Durante un periodo di priorato al convento di Tropea, favorì la fondazione di alcuni conventi Carmelitani nella regione e la sua incessante attività pastorale lo portò presto ad essere nominato padre provinciale della Calabria, nel 1608. A dispetto degli impegni, tra cui numerosi viaggi a Roma, derivanti dal suo ruolo all’interno della gerarchia dell’ordine carmelitano, Foscarini fu scrittore molto prolifico e attivo in vari campi del sapere. Il suo interesse verso le scienze naturali e la matematica, già manifesto da ciò che è noto della sua prima opera - l’Institutionum omnis generis doctrinarum tomis VII. comprehensarum Syntaxis, Cosenza 1613 (un lavoro di carattere enciclopedico solo in parte giunto fino a noi) - si concentra principalmente nella Lettera sopra l’opinione de’ pittagorici, e del Copernico, della mobilità della terra e stabilità del sole, pubblicata nel 1615 a Napoli. In quel lavoro Foscarini si proponeva di mostrare il sostanziale accordo tra la dottrina copernicana e i contenuti della Bibbia, anche se l’impatto che esso suscitò dovette andare ben al di là delle reali intenzioni dell’autore, se è vero che il suo nome finì con l’essere associato alla vicenda che vide protagonista negli anni a seguire Galileo Galilei, a tal punto che dopo l’edizione del 1615 e la censura del Sant’Uffizio, la Lettera fu sempre acclusa, almeno fino a metà ottocento, all’edizione a stampa di opere galileiane. Nel marzo del 1616, quando già era avviato il primo processo a Galilei, fu emanata dalla Congregazione dell'Indice la condanna di tutti gli scritti che sostenessero la dottrina eliocentrica, e la Lettera di Foscarini fu oggetto di proibizione assoluta (una curiosa vicenda, mai chiarita, fu quella dell’interpretazione dell’imprimatur all’opera, che secondo lo stampatore, figurava in calce a un secondo scritto stampato di seguito alla Lettera e che per tale ragione era stato preso come relativo all’intero volume). Foscarini morì nel giugno dello stesso anno.
Riferimenti bibliografici: