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Paolino Chelucci (1681 - 1754)

Lucca, 25 aprile 1681 - Roma, 17 gennaio 1754.

Intraprese fin dalla più giovane età la carriera ecclesiastica, entrando in seminario dopo gli studi inferiori, e poi nella Congregazione delle scuole pie, altrimenti nota come Ordine dei Padri Scolopi. Il 19 marzo 1699 divenne novizio presso la casa della Congregazione collegata con la chiesa di San Pantaleo a Roma e cambiò il proprio nome in quello di Paolino di San Giuseppe. L’anno successivo pronunciò i voti permanenti e cominciò la formazione superiore presso il collegio Nazareno. In quel contesto, in cui quarant’anni prima si era costituita l’Accademia degli Incolti, Chelucci trovò un terreno fertile per coltivare la sua inclinazione all’apprendimento e l'interesse verso le scienze. Nel 1705 entrò a far parte dell’Arcadia, fu ordinato sacerdote e ottenne un insegnamento di retorica. Dopo un breve intervallo di insegnamento presso il collegio dell’ordine ad Urbino, a Chelucci, rientrato a Roma già nell’ottobre del 1706, fu affidata da papa Clemente XI l’istruzione del nipote Alessandro Albani. Alcuni anni più tardi, nel 1713, per intercessione dello stesso papa, ottenne una cattedra di retorica alla Sapienza. La produzione matematica di Chelucci si colloca anch’essa nel periodo successivo al ritorno da Urbino, quando gli fu assegnato l’incarico di insegnare matematica presso il collegio Nazareno, dove egli esercitò tale ruolo nei successivi due decenni, divenendone anche rettore nel 1718. Fu artefice all’interno dell’ordine di numerose iniziative volte a migliorare l’insegnamento e grazie alla sua attività il Nazareno guadagnò una posizione di grande rilievo come istituzione scolastica nella Roma del settecento. Venne finalmente nominato preposito dell’ordine, carica a cui era stato vicino a più riprese, nel 1751. Il contributo lasciato da Chelucci in ambito matematico consiste principalmente nei due manuali che pubblicò durante gli anni di attività come insegnante al collegio Nazareno. Il primo, uscito a Roma nel 1733, fu le Institutiones arithmeticae, mentre cinque anni più tardi, nel 1738, mandò alle stampe le Institutiones analyticae earumque usus in geometria. Entrambi i lavori possono essere visti come compendi degli sviluppi recenti delle due discipline in vista di un utilizzo didattico, una linea che sarà ripresa seppur con maggiore profondità e respiro dalle Instituzioni analitiche di Maria Gaetana Agnesi nel decennio successivo.

Riferimenti bibliografici:

  • Dizionario biografico degli italiani, (Roma, 1980, , vol. 24, s. v. ‘Chelucci, Domenico’, pp. 418-421
  • G. Calò, "Un umanista educatore del sec. XVIII. Paolino Chelucci delle scuole pie", Riv. pedagogica, 25, (1932), 2, pp. 5-47
  • C. Boyer, History of analitic geometry, New York, 1956, pp. 175 -176

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