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Giovanni Battista Caracciolo (1695 - 1765)

Giovanni Battista Caracciolo nacque il 29 dicembre 1695 a Napoli e morì il 6 gennaio 1765 a Casamarciano. Membro di una famiglia nobile del napoletano (il padre Lucio era duca di San Vito, mentre la madre, Vittoria Castigliar, proveniva dal casato dei marchesi di Grumo) compì i propri studi presso il Collegio teatino di San Giuseppe. Entrato nell’ordine nel 1712, intraprese la carriera ecclesiastica, e prese i voti di sacerdote sei anni più tardi. Negli anni della formazione si applicò con particolare interesse e dedizione allo studio delle lingue classiche e della logica, maturando una inclinazione precoce nei confronti dei testi matematici dell’antichità. Nel 1723, a causa di una serie di aspri contrasti maturati a seguito di una sua pubblicazione in cui censurava i costumi della nobiltà napoletana, si trasferì a Firenze, dove mantenne la posizione di insegnante di filosofia presso il collegio dell’ordine (incarico che già aveva tenuto nel seminario teatino di Napoli). Rimase a Firenze per sette anni, spostandosi succesivamente a Pisa, nel 1730, per assumere la cattedra di logica presso l’Università. A Pisa insegnò logica per tutto il decennio successivo, fino all’inizio degli anni Quaranta, quando prese in carico la cattedra di algebra universale. Al progressivo avanzamento in ambito accademico fece eco una parallela ascesa nei ranghi dell’ordine teatino. Caracciolo assunse infatti nel 1756 la carica di procuratore generale, tre anni più tardi, nel 1759, quella di preposito generale; e finalmente, nel 1761, fu nominato vescovo. Nel 1763, si ritirò presso il monastero di Monte Vergine, nel territorio di Casamarciano, dove morì due anni più tardi, (il 6 gennaio 1765), avendo dedicato gli ultimi anni della vita allo studio. L’attività di Caracciolo si colloca in due aree distinte: vi è una significativa produzione di carattere letterario e agiografico (entrambe riconducibili agli anni fiorentini e alla prima parte del periodo pisano) e una produzione genuinamente scientifica (a partire dall’assunzione dell’insegnamento di algebra universale). Del 1740 è il De lineis curvis, un trattato di geometria in cui prevale l’approccio sintetico, mentre al periodo successivo all’assunzione delle cariche ecclesiastiche risale la Geometria algebrica universa quantitatum finitarum et infinite minimarum, publiccata infatti nel 1759 a Roma, dove le visite del Caracciolo si erano intensificate in virtù del suo ruolo.

Riferimenti bibliografici

  • Dizionario biografico degli italiani, Roma, 1976), vol. 19, s.v. ‘Caracciolo, Giovanni Battista’, pp. 389-391

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