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Ottaviano Cametti (1711 - 1789)

Ottaviano Cametti nacque a Gattinara il 4 novembre 1711 e morì a Pisa l’8 gennaio 1789. Entrò diciannovenne nel monastero vallombrosano di S. Benedetto a Vercelli dopo aver portato a termine gli studi secondari. Qui continuò a coltivare interessi intellettuali, approfondendo lo studio della filosofia e della matematica. Di tali discipline a Cametti fu affidato l’insegnamento presso il monastero di Santa Trinita a Firenze. Guadagnatasi una solida reputazione grazie alla sua attività di docenza, nel 1747 si trasferì a Pisa per assumere una cattedra di geometria presso l’Università. La posizione, inizialmente di carattere straordinario (la materia era tradizionalmente accorpata all’insegnamento di matematica generale) fu istituzionalizzata in via permanente da Francesco Stefano I di Lorena due anni più tardi, nel 1749. A Pisa Cametti rimase per i successivi quattro decenni, assumendo, dal 1752 in avanti, anche un lettorato di meccanica. La figura di Cametti si ritaglia uno spazio di rilievo, nel panorama della matematica del XVIII secolo, principalmente per la sua attitudine marcata verso la produzione di testi finalizzati alla didattica, piuttosto che per una vena creativa originale. I suoi lavori ebbero fortuna notevole, per chiarezza espositiva e completezza. Agli esordi, intorno alla fine degli anni quaranta, Cametti si occupò dei lavori sulle coniche di Guido Grandi, pubblicando a Firenze, nel 1750, il testo Sectionum conicarum synopsis G. Grandi aucta a D. Octaviano Cametti vercellensi. Sul tema delle coniche Cametti tornò nuovamente alcuni anni dopo, proponendo una trattazione aggiornata soprattutto dal punto di vista metodologico nel Sectionum conicarum compendium, Venezia 1765 (ristampato a Firenze nel 1785). Nel frattempo era però uscito il lavoro che forse meglio di tutti gli altri rappresentò l’attività scientifica di Cametti, ossia gli Elementa geometriae uscito a Firenze nel 1755. Si tratta di un manuale di geometria che raccoglie il risultato della intensa attività di insegnamento del Cametti e il cui successo portò a quattro edizioni successive, l’ultima e più completa stampata a Pisa nel 1772. Una curiosa vicenda che vide protagonista il Cametti all’inizio degli anni Sessanta è testimone di una propensione a occuparsi efficacemente non soltanto di didattica ma anche di problemi di natura tecnica: nei pressi di Pisa si trovava allora la foresta di Fagianaia, la cui influenza sulle condizioni climatiche della città destava preoccupazione negli organi di governo della città. Cametti, insieme ad altri due matematici, Frisi e Taddei, fu interpellato in merito alla questione e, a seguito di una indagine e del rilascio di un parere negativo, la foresta fu tagliata. Nel 1762 il resoconto dell’indagine venne publicato a Pisa, col titolo Ragionamento sulla selva Fagianaia. La produzione di carattere manualistico proseguì anche negli anni successivi. In particolare, Cametti pubblicò due rilevanti lavori di sistemazione: il primo, un manuale di meccanica, nel 1768, con il titolo di Mechanica, seu brevis tractatus de motu et aequilibrio; il secondo, De mechanica fluodorum dedicato invece a una sistematica presentazione dell’idraulica, nel 1777.

Riferimenti bibliografici:

  • Dizionario biografico degli italiani, Roma, 1974, vol. 17, s.v. ‘Cametti, Ottaviano’, pp. 200-201

Opere di Ottaviano Cametti su Mathematica Italiana