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Giuseppe Biancani (1566 - 1624)

Giuseppe Biancani (in latino Josephus Blancanus) nacque l’8 marzo 1566 a Bologna.

Entrò nel noviziato della Compagnia di Gesù nel 1592, e presso il Collegio romano studiò matematica sotto la guida di Cristoforo Clavio. Fu astronomo, matematico e selenografo, docente di matematica per un ventennio al ginnasio di Parma. Il suo nome è legato principalmente alle vicende che videro protagonista Galileo Galilei nei primi decenni del XVII secolo. Biancani fu a Padova tra il 1596 e il 1599, dove ebbe occasione di conoscere Galilei ma il suo lavoro, pur essendone influenzato, non uscì dall’orizzonte tradizionale di una concezione dell’universo di stampo aristotelico-tolemaico, e l’appartenenza all’ordine dei gesuiti lo portò almeno in due occasioni a mostrare un atteggiamento di ambigua contrapposizione verso Galilei.

Nel 1611 il cardinale Ferdinando Gonzaga riunì a Mantova un gruppo di scienziati per discutere una serie di questioni sollevate dalla pubblicazione, l’anno precedente, del Sidereus Nuncius. Tra i problemi discussi vi era quello dell’esistenza e della misurabilità dei rilievi lunari. Uno scambio di lettere tra Galilei e Biancani mostra come quest’ultimo, pur non dichiarandosi apertamente ostile, non condividesse nella sostanza la tesi galileiana. La seconda circostanza fu quella che vide contrapposti Galileo e il gesuita Cristoforo Scheiner, a seguito dela pubblicazione nel 1613 delle Istorie e dimostrazioni intorno alle macchie solari e loro accidenti, nella celebre polemica circa la priorità nella scoperta e nella spiegazione della natura delle macchie solari. In tale frangente Biancani si dichiarò favorevole alla tesi del confratello, sulla base però di una caratterizzazione errata della natura delle macchie. L’opera Aristotelis loca mathematica ex universis ipsius operibus collecta et explicata consiste in una collazione dei luoghi matematici in Aristotele pubblicata nel 1615 a Bologna, cui il Biancani accluse una cronologia (spesso vistosamente errata) di matematici illustri dal titolo De mathematicarum natura dissertatio una cum clarorum mathematicorum chronologia. Biancani vi commenta, tra le altre cose, il lavoro di Archimede sui corpi immersi in un liquido. Il lavoro fu però censurato dai gesuiti; il recensore, Giovanni Camerota, commentò: “Non sembra né appropriato né utile per i libri dei nostri membri di riportare le idee di Galileo Galilei, in particolare quando esse sono contrarie ad Aristotele”. Proprio nel 1615, infatti, Galilei era stato denunciato al Tribunale del Sant’Uffizio in quanto sostenitore della teoria eliocentrica. Biancani da allora rimase in bilico tra le posizioni ufficiali della Chiesa e quelle di Galileo. Il suo secondo lavoro, Sphaera mundi, seu cosmographia demonstrativa ac facili methodo tradita, fu pubblicato a Bologna nel 1620; la pesante censura subita dal suo scritto precedente influì sulla scrittura della Sphaera mundi: "Ma che questa opinione [l’eliocentrismo] sia falsa e debba essere rigettata (anche se supportata da migliori dimostrazioni ed argomenti) è diventato tuttavia molto più certo in questi giorni, in cui è stata condannata dalle autorità della Chiesa in quanto contraria alla Sacra Scrittura”.

Non fu solo la Chiesa, tuttavia, a spingere Biancani verso la teoria geocentrica, ma anche l’osservazione che se la Terra fosse stata in moto, allora le stelle vicine avrebbero dovuto cambiare posizione relativamente alle stelle più lontane. Tale effetto di parallasse in effetti esiste ma non poteva essere osservato a occhio nudo né con i telescopi dei duecento anni a seguire, poiché anche le stelle più vicine alla Terra sono molto più lontane di quanto gli astronomi dell'epoca ritenessero possibile. Tale osservazione era alla base del sistema geocentrico di Tycho Brahe (detto “sistema ticonico”), secondo cui il Sole girerebbe attorno alla Terra immobile, e tutti gli altri pianeti girerebbero attorno al Sole. La Sphaera mundi non fu pubblicato prima del 1620 a Bologna, dopo il Decreto della Congregazione dell’Indice del 1616. Il contenuto del libro è descritto nel frontespizio come segue: “In qua totius Mundi fabrica una cum novis Tychonis, Kepleri, Galilaei aliorumque astronomorum adinventis continetur. Accessere I. Brevis introductio ad Geographiam, II. Apparatus ad Mathematicarum studium. III. Echometria, idest Geometrica tractatio de Echo”. Quest’opera offre un compendio delle scoperte effettuate grazie al telescopio da Tycho Brahe, Keplero, Galileo, Copernico e altri, appunti di matematica e geografia, studi sul fenomeno dell’eco e infine, un diagramma della luna, in seguito ripreso dall’allievo Giambattista Riccioli.

Uno scritto postumo di Biancani è la Constructio instrumenti ad horologia solaria del 1654. Si tratta della versione indipendente di un trattatello pubblicato a Modena l’anno precedente con il titolo Novum instrumentum ad horologia describenda in appendice alla seconda edizione della Sphaera mundi. In esso si si descrive il metodo, corredato di illustrazioni, per costruire una meridiana perfetta.

Biancani morì a Parma il 7 giugno 1624. Dopo la morte, in suo onore il discepolo Riccioli nominò un cratere lunare Blancanus.

(Seminario di logica permanente)

Riferimenti bibliografici:

  • Dizionario biografico degli italiani, Roma, 1968, vol. 10, s.v. 'Biancani, Giuseppe', pp. 33-35
  • L. Thorndike, A history of magic and experimental Science, VII, New York-London, 1964, pp. 48-51, 423

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