Giovanni Poleni (1683-1761) fu nel secolo XVIII uno degli scienziati italiani più noti internazionalmente. Socio delle principali accademie europee, fu commemorato dal ‘secrétaire perpétuel’ dell’Académie des sciences, Grandjean de Fouchy, con parole piene di ammirazione: « M. le Marquis Poléni naquit avec les talens les plus marqués et sur tout avec une vivacité d’esprit peu ordinaire, même en Italie. »
Nato a Venezia nel 1683 da una famiglia recentemente nobilitata, Poleni compì i primi studi presso i Somaschi. A Venezia ebbe poi modo di incontrare Jacob Hermann, allievo di Jacob Bernoulli, chiamato ad insegnare a Padova nel 1707. Nel 1709 diede alle stampe la sua prima opera contenente la descrizione di una macchina per il calcolo automatico. Dal 1709 al 1715 fu professore di Astronomia e meteore nell’Università di Padova, passò poi su Filosofia in secondo luogo e infine su Matematica nel 1719, quando Nicolaus Bernoulli lasciò la città. Tenne l’insegnamento della matematica fino alla morte nel 1761, avendo come allievi numerosi esponenti della cultura veneta del Settecento: tra questi Gisueppe Torelli, a cui trasmise il suo interesse per le edizioni critiche di testi scientifici. Torelli curò poi un’importante edizione delle opere di Archimede. La documentazione storica su Giovanni Poleni si fonda su una ricca raccolta di manoscritti conservati presso la Biblioteca Marciana e l’Archivio di Stato di Venezia e su diverse opere a stampa che accompagnarono tutta la sua lunga ed operosa attività accademica che lo rese una figura di riferimento per la cultura veneta del Settecento. I volumi che scandirono l’attività scientifica e didattica di Poleni e che documentano il variare dei suoi interessi predominanti sono i seguenti:
Tutti questi libri sono scritti in latino, lingua che Poleni considerava universale e nella quale impartiva i suoi insegnamenti universitari. Ad essi si accompagnano una cinquantina di altre pubblicazioni del Poleni, stampate in proprio o su atti accademici, in particolare riguardanti osservazioni astronomiche e metereologiche. Sono da segnalere tra queste le due conferenze inaugurali sull’utilità della fisica per la matematica e della matematica per la fisica.
(Luigi Pepe)
Bibliografia