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Guarino Guarini (1624 - 1683)

Guarino Guarini nacque a Modena il 7 Gennaio 1624 e morì a Milano il 6 marzo 1683. In giovane età, nel 1639, entrò a far parte dell’Ordine dei Teatini e nello stesso anno fu inviato a Roma per il noviziato. Vi rimase otto anni durante i quali studiò teologia, filosofia, architettura e matematica, avendo modo di conoscere e apprezzare l’architettura barocca soprattutto nell’interpretazioni di Bernini e Borromini. Conclusi gli studi, tornò nella città natale dove venne ordinato sacerdote. Sempre a Modena intraprese sia la carriera accademica, a seguito della nomina a insegnante di filosofia nella casa del suo Ordine, sia quella di architetto, con l’esecuzione di alcune modeste opere per la sua chiesa. Di ritorno da un viaggio in Spagna, Guarini si trattenne a Messina nel biennio 1660-1662, periodo durante il quale progettò e realizzò, insieme ad altre opere, la Chiesa della Santissima Annunziata. Poco tempo dopo il ritorno a Modena venne chiamato a Parigi per occuparsi della costruzione della Chiesa di Sainte-Anne-la Royale, che oggi non c'è più, e nel 1666 da Carlo Emanuele di Savoia a Torino. Qui oltre a Palazzo Carignano progettò la Cappella della Sacra Sindone nel duomo che, pur giungendo a completamento solo dopo la sua morte, avvenuta nel 1683, divenne la sua opera più nota. Eccetto alcuni viaggi in Europa, a Praga e Lisbona, dove gli furono commissionati lavori purtroppo andati perduti, Guarini rimase a Torino per il resto della vita e in questi anni in cui si occupò di questioni teoriche riguardanti la matematica, la geometria e l’architettura, pubblicando numerosi testi. Guarini fu un intellettuale poliedrico: egli stesso si definì teologo, filosofo, matematico oltre che architetto, e pare che proprio la matematica dovette essere l’interesse cruciale che lo indirizzò all’architettura. Sembra naturale porsi la domanda se Guarini, architetto di indubbia fama, possa essere considerato a tutti gli effetti un matematico. Il suo contributo, paragonato con quello di altre figure italiani dell’epoca, quali Bonaventura Cavalieri (1598-1647) o Evangelista Torricelli (1608-1647), non appare determinante; il suo nome viene infatti citato da pochi storici della matematica tra cui Chasles (1793-1880) in Aperçu historique sur l’origine et le developement des methodes en geometrie (1837) in merito agli studi sulle sezioni coniche e sulla geometria descrittiva e Gino Loria (1862-1954) che, nella Storia della geometria descrittiva (1921), dà un posto di rilievo ai lavori di Guarini nelle fasi iniziali della costituzione di tale disciplina. Ciò detto non si può non tenere conto dell’importanza dell’opera enciclopedica, prima nel suo genere ad apparire in Italia, intitolata Euclides adauctus et methodicus mathematicaque universalis, dedicata da Guarini a Carlo Emanuele II duca di Savoia, e pubblicata a Torino nel 1671. Scritto a scopo didattico, il lavoro è una sorta di summa di considerevoli dimensioni (oltre settecento pagine nell’edizione a stampa), composta da trentacinque trattati, preceduti da una breve introduzione, comprendenti indicazioni esplicite e puntuali sulle fonti e i commenti da cui sono tratte le definizioni, i teoremi, i problemi e le costruzioni geometriche. Circa metà dell’opera è dedicata ad argomenti puramente geometrici e offre un’analisi degli Elementi di Euclide; il resto riguarda invece il calcolo dei logaritmi, sviluppato proprio all’inizio del seicento da Briggs e Nepero, la trigonometria e il suo utilizzo nella risoluzione dei triangoli piani e sferici e l’astronomia. Non va neppure trascurato il fatto che durante la sua permanenza a Parigi Guarini ebbe modo di interessarsi al calcolo infinitesimale e di apprendere le teorie di Desargues; molti studiosi vedono infatti proprio la geometria proiettiva come base teorica delle costruzioni guariniane, in particolare delle cupole. Al riguardo è però aperto un dibattito e la critica recente, sottolineando la distinzione tra i concetti di proiezione e geometria proiettiva, sostiene che le piante o le prospettive disegnate da Guarini non siano sufficienti per capire quanto egli veramente sia andato oltre la geometria euclidea con la consapevolezza del significato più profondo della geometria proiettiva. Come nella prima metà del 1600 Guidobaldo Dal Monte e Bonaventura Cavalieri, anche Guarini scrisse un testo di geometria affrontando problemi derivanti da necessità pratiche: si tratta dell’Architectura civile, pubblicato postumo nel 1737 ad opera dei confratelli teatini, con l’intento, secondo Griseri, di verificare graficamente l’idea delle curve da utilizzare e al contempo porre a fondamento di ogni volume architettonico-figurativo una trattazione geometrica; lo stesso Guarini sosteneva infatti che l’architettura, come attività che in ogni sua operazione adopera le misure, dipende dalla geometria, ed è necessario perciò conoscerne i primi elementi. Infine, fra le altre opere, si ricorda anche il trattato Placita philosophica, pubblicato nel 1666 a Parigi, che una volta di più mette in luce il grande interesse e rispetto che Guarini nutrì verso la matematica e in special modo verso la geometria; l’autore dichiara infatti di voler esporre gli argomenti dalla logica alla fisica, dall’astronomia alla metafisica in modo razionale e in tale processo di razionalizzazione inserisce il capitolo De arte nella parte sulla fisica, sostenendo che tutte le arti dipendono dalla matematica e che tutto è numero, compresi il movimento e la luce.

(SELP)

Riferimenti bibliografici:

  • R. Wittkower, Gothic versus Classic: Architectural projects in Seventeenth Century Italy, London, 1974
  • "Guarino Guarini e l'internazionalità della barocca", International Convention in Turin", 1969, Torino, 1970
  • J. McQuillan, Geometry and Light in the Architecture of Guarino Guarini, Ph.D. Thesis in Cambridge University Library and Microfilm Copy in the British Library, London, June, 1991
  • P. Marconi, "'Virtuti Fortuna Comes': Guarino Guarini e il caduceo ermetico", Ricerche di storia dell'arte, (1-2), (1976), pp. 29-44
  • J. A. Ramirez, "Guarino Guarini, Fray Juan Ricci and the complete Salomonic Order", Art History IV, 2 (June 1981), pp. 175-185
  • J. B. Scott, "Guarino Guarini's Invention of the Passion Capitals in the Chapel of the Holy Shroud, Turin", Journal of the Society of Architectural Historians, 4, (December 1995)

Opere di Guarino Guarini su Mathematica Italiana