Centro di Ricerca Matematica Ennio De Giorgi
Il Progetto
Testi Disponibili
Link

Cerca nel sito
Matematica Italiana
siete in: home > onomasticon > Federico Commandino

Federico Commandino (1509 - 1575)

Federico Commandino naque a Urbino nel 1509 e morì nella stessa città il 3 settembre 1575. Matematico e umanista, è noto per aver tradotto i classici matematici dell'antichità. Studiò latino e greco sotto la guida di Giacomo Torelli da Fano, mentre fu introdotto alla matematica dopo il 1527 da Gian Pietro de’ Grassi, tutore della famiglia Orsini, rifugiatasi a Urbino dopo il sacco di Roma. Nel 1530 il suo tutore, entrato in servizio presso il cardinale Ridolfi, condusse con sé Commandino a Roma, ed è possibile che questi avesse accesso alla ricca biblioteca del cardinale, anch’egli animato da interesse verso la matematica. Nel 1534, Grassi ottenne inoltre per lui il posto di segretario personale di Papa Clemente VII. Dopo la morte di quest’ultimo, avvenuta di lì a pochi mesi, Commandino si spostò a Padova dove passò i successivi dieci anni a studiare medicina e filosofia. Ottenuta la laurea in medicina all'Università di Ferrara, ritornò nel 1546 a Urbino per esercitare la professione, divenendo prima medico personale del duca di Urbino Guidobaldo, e poi del cardinale Ranuccio Farnese a Roma, al cui servizio rimase probabilmente dal 1549 al 1565. Proprio l’ambiente romano dovette rivelarsi di cruciale importanza per gli interessi di Commandino e per la sua attività di traduzione delle opere matematiche dell'antichità. A Roma infatti circolavano manoscritti greci di opere matematiche, e già nel 1545 Angelo Caiano aveva publicato gli Elementi di Euclide con testo greco e italiano; ancora a Roma un manoscritto greco di Euclide (Vat. gr. 1295) e frammenti di Archimede (Vat. gr. 1316 e 1347) erano stati acquistati da Fulvio Orsini. A Roma Commandino stabilì relazioni con Annibal Caro, anch’egli a servizio dal cardinal Farnese. Nel 1558 Commandino pubblicò a Venezia il Ptolemaei Planisphaerium. Iordani Planisphaerium, seguito dal Commentarius in planisphaerium Ptolemaei. Nello stesso anno uscì, ancora a Venezia, la traduzione di alcune opere di Archimede, dal titolo Archimedis opera nonnulla che contiene nell’ordine i cinque trattati Circuli dimensio, De lineis spiralibus, Quadratura parabolae, De conoidibus et sphaeroidibus, De arenae numero. Nell'opera di Archimede, oltre a presentare un competente commento al testo, Commandino corresse alcune dimostrazioni lasciate incomplete. Negli anni successivi Commandino pubblicò una notevole quantità di traduzioni di testi antichi contribuendo enormemente alla loro diffusione e altri lavori ispirati alla matematica antica. Nel 1565 pubblicò il Liber de centro gravitatis solidorum, tentando di applicare alle figure solide i metodi usati nel caso delle figure piane da Archimede (alcune nozioni qui sviluppate furono riprese dal suo allievo Guidobaldo Del Monte). Del 1566 (Bologna) è la traduzione degli Apollonii conicorum libri quattuor una cum Pappi Alexandrini lemmatibus et commentariis Eutocii Ascalensis usciti insieme ai Sereni Antinsensis libri duo. Fu autore inoltre del De superficierum divisionibus liber (Pesaro 1570), di una traduzione italiana degli Elementi di Euclide (Pesaro, 1572), della traduzione delle Mathematicae collectiones di Pappo Alessandrino (opera postuma, uscita nel 1588) e della traduzione di Aristarco di Samo (Aristarchi de magnitudinibus et distantiis solis et lunae liber cum Pappi Alexandrini explicationibus, Pesaro 1572). Morì a Urbino nel 1575. Negli ultimi anni della sua vita fondò una scuola matematica nella sua città, e mantenne una fitta corrispondenza con il messinese Francesco Maurolico, altra figura centrale nel panorama della matematica del tempo. Il grande merito di Commandino è quello di essere stato pioniere della riscoperta dei grandi classici della matematica antica, garantendone la diffusione e preparando la strada ai fondatori della matematica moderna, che presero ispirazione proprio dalle idee dei classici rese disponibili attraverso le sue traduzioni.

(Seminario di logica permanente)

Riferimenti bibliografici:

  • E. Rosen, "Biography" in Dictionary of Scientific Biography, New York, 1970-1990
  • J. V. Field, The invention of infinity: Mathematics and Art in the Renaissance, Oxford, 1997
  • M. Kemp, The science of art, New Haven, 1992
  • D. Bertoloni Meli, "Guidobaldo dal Monte and the Archimedean revival", Nuncius Ann. Storia Sci., 7, (1) (1992), pp. 3-34
  • M. Biagioli, "The social status of Italian mathematicians, 1450-1600", Hist. of Sci., 27, (75)(1) (1989), pp. 41-95
  • S. Drake and I. Drabkin, Mechanics in Sixteenth-Century Italy, Madison, Wis., 1969, pp. 41-44
  • T. Frangenberg, "The image and the moving eye: Jean Pélerin (Viator) to Guidobaldo del Mont"e, J. Warburg Courtauld Inst., 49, (1986), pp. 150-171
  • E. Gamba, "Documents of Muzio Oddi for the history of the proportional compass" (Italian), Physis Riv. Internaz. Storia Sci. (N.S.) , 31, (3) (1994), pp. 799-815
  • P. D. Napolitani, "Commandino and Maurolico: publishing the classics" (Italian), in Torquato Tasso and the University (Italian), Ferrara, 1995 (Florence, 1997), pp. 119-141
  • P. Neville, "The printer's copy of Commandino's translation of Archimedes, 1558", Nuncius Ann. Storia Sci., 1 ,(2), (1986),pp. 7-12
  • P. L. Rose, "Commandino, John Dee, and the De superficierum divisionibus of Machometus Bagdedinus", Isis, 63, (216) (1972),pp. 88-93
  • P. L. Rose, "Plusieurs manuscrits autographes de Federico Commandino à la Bibliothèque Nationale de Paris", Rev. Histoire Sci. Appl., 24, (4), (1971), pp. 299-307
  • P. L. Rose, The Italian Renaissance of Mathematics, Geneva, 1975, pp. 185-221
  • P. L. Rose, "Letters illustrating the career of Federico Commandino", Physis - Riv. Internaz. Storia Sci., 15, (1973), pp. 401-410
  • E. Rosen, "John Dee and Commandino", Scripta mathematica, 28, (1970), pp. 321-326