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Vito Volterra (1860 - 1940)

Ancona, 3 maggio 1860 - Roma, 11 ottobre 1940.

Evitò di doversi impiegare dopo aver ultimato gli studi presso l'Istituto Tecnico di Firenze, per merito di Antonio Roiti che lo nominò, non ancora studente universitario, “preparatore” nell'Istituto Fisico di Firenze. L'anno successivo vinse il concorso di ammissione alla Scuola Normale di Pisa, dve si laureò in Fisica nel 1882, divenendo subito assistente di Enrico Betti. Nel 1883, a soli 23 anni, vinse il concorso per la cattedra di meccanica razionale dell'Università di Pisa, dove restò 10 anni. Nel 1893 venne chiamato a Torino a succedere a Siacci e nel 1900 si trasferì a Roma come successore di Beltrami, divenendo, poco dopo, senatore del Regno. Nel 1931 fu uno dei pochissimi professori universitari che rinunziarono alla cattedra per non giurare fedeltà al fascismo e fu uno dei pochi senatori indomabili nell'opposizione alla tirannia.

Fu socio di quasi tutte le accademie del mondo e presidente (1923-26) di quella dei Lincei. Fu direttore dal 1921 in poi del Bureau international des poids et mesures, dottore honoris causa di otto delle più celebri università. Una strada di Ancona è a lui intitolata.

«L'opera scientifica di Vito Volterra è grandiosa, multiforme, altamente originale, e può stare degnamente fra quelle dei maggiori matematici che la storia scientifica ricordi. Dotato di una potenza analitica meravigliosa, di un ingegno creativo fortissimo, padrone come ben pochi della tecnica più raffinata del calcolo, fornito di una cultura estesissima, costruì teorie fondamentali, e le teorie seppe applicare alle più disparate e difficili questioni». (C. Somigliana).

Nel campo dell'analisi il merito principale di Volterra è di essere stato uno dei principali fondatori dell'analisi funzionale e della connessa teoria delle equazioni integrali, di cui un tipo importantissimo porta il suo nome. Nel campo della fisica matematica le sue ricerche più importanti riguardano, in ordine cronologico: la propagazione della luce nei mezzi birifrangenti, lo studio teorico degli spostamenti dei poli terrestri, lo studio dei fenomeni ereditari (isteresi), le distorsioni elastiche e la teoria matematica (da lui fondata) della lotta per la vita, che ha trovato applicazioni anche in altri campi della biologia, per esempio nello studio del decorso delle epidemie.

Animato da sentimenti patriottici e da simpatia verso la Francia, Volterra fu molto attivo nella prima guerra mondiale, arruolandosi volontario a 55 anni e divenendo capitano di complemento del Genio. Fondò un ufficio di invenzioni e ricerche che, pur non dando alcun risultato immediato, fu l'embrione da cui poi nacque il Consiglio Nazionale delle Ricerche.

Volterra fu forse il maggiore matematico italiano del primo secolo dello stato; certo uno dei massimi.

Necrologio: Acta Pont. Acad. Sci., 6, (1942), pp. 57-85 (C. Somigliana); Ricerca Scient., 21, (1951), pp. 3-12 (G. Armellini); "V. V. nel primo cent. della nascita", Accad. Lincei", quad. n° 51 (1961) Commem. a cura di V. Arangio-Ruiz, G. Krall e altri ecc.

Opere: a cura dell'Accad. dei Lincei, 5 voll., Roma, 1954-62