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Gian Carlo Rota (1932 - 1999)

Vigevano, 27 aprile 1932 - Cambridge (USA), 18 aprile 1999.

Il padre, Giovanni, appartenente ad una delle famiglie borghesi di Vigevano - imparentata con Ennio Flaiano - era un ingegnere civile specialista in strutture antisismiche. Antifascista, prima della fine della seconda guerra, nel 1945 fu stato costretto a riparare in Svizzera per sfuggire alle squadre repubblichine. Fu così che il tredicenne Gian-Carlo dovette interrompere gli studi secondari. Li completò a Quito, in Ecuador, dove la famiglia arrivò dalla Svizzera. Nel 1950, si iscrisse alla Facoltà di Matematica a Princeton, dove si laureò nel 1953. Nel suo volume di Pensieri discreti del 1986, uscito in edizione italiana nel 1993, Rota ricordava le figure di Alonzo Church, Willy Feller, Emil Artin e Solomon Lefschetz, i suoi professori di Princeton. Subito dopo la laurea, ebbe il dottorato all’Università di Yale. Sotto la supervisione di Jacob T. Schwartz, conseguì il titolo nel 1956 con una tesi di analisi funzionale, sull’estensione degli operatori differenziali. Lo stesso anno, sposa Teresa Rondón e riceve una borsa post-doc presso il “Courant Institute” di New York. Nel biennio 1957-59 è istruttore “Benjamin Peirce” all'Università di Harvard e finalmente, nel 1959, diventa professore di matematica applicata e filosofia al “Massachussetts institute of Technology”, il celebre MiT. Rota lavorò a lungo presso i laboratori di Los Alamos (dove collaborò con Ulam, essendo anche consulente della Rand Corporation e del Brookhaven National Laborator.

Dopo gli iniziali studi di analisi funzionale, e in particolare in teoria degli operatori , i suoi interessi si sono via via spostati verso l’analisi combinatoria, settore in cui era considerato una delle massime autorità mondiali, a partire dal fondamentale scritto (del 1964) On the Foundations of Combinatorial Theory.

Nel 1988, ricevette lo “Steele Prize” dell’American Mathematical Society e, nel 1992, la “Medal for Distinguished Service” della National Security Agency

Necrologio: Il sole – 24 Ore, Domenica 25 aprile 1999, p. 34 (U. Bottazzini)