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Carlo Miranda (1912 - 1982)

Napoli, 15 agosto 1912 - ivi, 28 maggio 1982.

Si iscrisse alla Facoltà di Matematica a soli 15 anni e si laureò (con lode e pubblicazione della tesi) il 17 luglio 1931 discutendo una tesi diretta da Mauro Picone, di cui fu uno dei primi allievi insieme a Caccioppoli, Cimmino, Mammana e Scorza Dragoni.

La sua carriera fu rapida e brillante. Assistente di Picone (prima a Napoli e subito dopo a Roma), conseguì la libera docenza in analisi nel 1933 e, dopo un biennio di studi a Parigi - a soli venticinque anni - vinse la cattedra universitaria. Dal 1937 insegnò prima a Genova e poi a Torino, dove (1941) diventò ordinario. Nel 1943 si trasferì nella sua Napoli ma vi trovò una situazione catastrofica: al trasferimento a Roma di Picone (1932), di Scorza (1934) e di Signorini (1938), si erano aggiunti i pensionamenti di Del Pezzo (1933), di Marcolongo e di Pascal (1935), con il risultato che i soli professori rimasti erano Caccioppoli e l'astronomo Vittorio Nobile (in una situazione aggravata dalla inagibilità delle strutture universitarie). Miranda, con l'aiuto di Caccioppoli, fu l'autore della rinascita dell'Istituto Matematico Napoletano. Al rinnovamento organizzativo seguì quello scientifico, con il rilancio del “Giornale di Battaglini”, la creazione della nuova rivista “Ricerche di Matematica” e soprattutto l'avviamento alla ricerca di un nutrito gruppo di giovani, tra i quali: F. Cafiero, Carlo Ciliberto, D. Greco, G. Stampacchia e F. Stoppelli.

Già a partire dalla tesi assegnatagli da Picone, i suoi interessi furono decisamente orientati verso la teoria delle equazioni integrali, degli sviluppi in serie e delle loro applicazioni. Tale orientamento, che caratterizza la produzione del decennio dal 1931 al 1941, lo portò naturalmente verso un approfondimento delle funzioni armoniche e della teoria del potenziale, in cui divenne uno dei più profondi e raffinati cultori. Tuttavia è già delineata anche una spiccata tendenza verso l'analisi funzionale e le sue applicazioni al calcolo delle variazioni, ai problemi della fisica matematica ed a quelli della geometria differenziale in grande.

Fu preside della Facoltà di Scienze di Napoli dal 1956 al 1968, vicepresidente dell'uMi dal 1958 al 1964 e membro del Comitato Nazionale per le Scienze Matematiche del CNR dal 1964 al 1968. Membro delle più importanti accademie italiane, vinse il premio Urania del Comune di Napoli nel 1954, nel 1960 la Medaglia d'oro dei Benemeriti della Scienza della Cultura e dell'Arte e nel 1961 il prestigioso premio del presidente della Repubblica dell'Accademia Nazionale dei Lincei.

Necrologio: Bollettino uMi, (6) vol. IV-a, (1985), n. 1, pp. 137-153 (A. Avantaggiati).