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Antonio Marussi (1908 - 1984)

Trieste, 12 ottobre 1908 - ivi, 24 aprile 1984.

Si laureò in matematica a Bologna nel 1932. Lo stesso anno iniziò la carriera scientifica presso l'Istituto Geofisico di Trieste e, subito dopo, fu assunto in qualità di ingegnere geografo presso l'Istituto Geografico Militare di Firenze. Fu libero docente di geodesia e poi ordinario della stessa disciplina dal 1952. Nella Facoltà di Scienze dell'Università di Trieste creò l'Istituto di geodesia e geofisica, presso il quale diede avvio ad una scuola di geodesia che per lunghi anni rimase la più nota in Italia e fu ampiamente riconosciuta all'estero.

Dal punto di vista scientifico, il principale contributo di Marussi consiste in una revisione profonda dei princìpi della geodesia, nel tentativo di liberare la disciplina dai sistemi di riferimento convenzionali introdotti per ragioni operative e di comodo, riconducendola alla considerazione delle sole grandezze geometriche e meccaniche aventi realtà fisica. Con una serie di Memorie e Note che inizia nel 1948, Marussi diede così vita ad una teoria organica denominata “geodesia intrinseca”, divenuta ormai classica. Questa teoria (che fa largo uso del calcolo tensoriale di Ricci Curbastro e Levi-Civita, della teoria delle connessioni, di sistemi olonomi ed anolonomi di riferimento) ha avuto i più ampi riconoscimenti internazionali anche per le sue applicazioni alla navigazione inerziale.

Fu socio anche dell'Accademia dei Lincei; presidente della Commissione Geodetica Italiana, presidente dell'Associazione Internazionale di Geodesia dal 1967 al 1971 e membro straniero della Royal Astronomical Society.

Necrologio: Bollettino di Geodesia e Scienze affini, a. XLiii (1984), n. 2, pp. i-X (C. Morelli).